“Mandami i panni”

Dopo la mail che abbiamo ricevuto e che abbiamo pubblicato ieri, c’è stato uno scambio di messaggi con S., la quale ci ha continuato a scrivere sul tema della sofferenza. Non è stata la sola a ricordarsi della frase che ho detto in TV: “Dio manda il freddo secondo i panni”, che è poi il punto di partenza per tutta la riflessione che stiamo facendo io e Stefano in questi giorni. Però è una strada lunga, ci sono un sacco di cose da leggere (ogni pilastro della nostra vita ci sta suggerendo delle letture, e per leggere tutto occorre tempo!), ma intanto ci siamo messi in cammino, in discussione, e questo è fondamentale per noi, per la nostra crescita, per la nostra conversione. Ed ecco che il blog acquista finalmente il senso che forse avrebbe dovuto avere fin dall’inizio: convertire noi due.

Qui il secondo passaggio della nostra corrispondenza con S.:

di S. 

Cari Stefano e Anna,

vi scrivo di nuovo, per condividere nuovi sentimenti, nuove riflessioni.

Innanzitutto grazie per la partecipazione a TV2000, avrei voluto sentirvi parlare per ore. Sono particolarmente contenta perché sono riuscita a vedere la trasmissione, la sera successiva alla messa in onda, insieme a mio marito (vi ricordate? Vi avevo detto che volevo dividere momenti di Fede con lui e questo mi è sembrato un passo in quella direzione). Vi abbiamo ascoltato in silenzio, con la bimba seduta sul tappeto tra le nostre gambe che giocava, il che rendeva ancora più intenso quello che raccontavate.

La sera a letto ho chiesto a mio marito: “che ne pensi di Stefano e Anna e di quello che hanno detto?”

E la sua risposta, di getto è stata: “Sono stati capaci di far fiorire una cosa terribile”.

Mi ha toccata, il brontolone silenzioso che non dice niente se non gli chiedi espressamente cosa pensa. Mi ha fatto venire in mente il germe di grano, che deve morire per dare la vita. Ho chiuso gli occhi, e ho ringraziato Dio per quello che ho, e Filippo, per quello che mi da, pur non conoscendomi. E voi, perché condividendo i vostri pensieri mi permettete di riflettere.

Poi è successa una cosa. L’altra sera mia cognata ha fatto una visita e le hanno trovato un nodulo di 4 mm al seno. Era spaventata ma decisa ad affrontare la vicenda. E’ forte mia cognata, simpatica, intelligente… lei, il marito e i figli  sono il mio modello di famiglia dopo mamma e papà! Il loro Matrimonio è un vero sacramento, sono uniti e si amano. Allora mi sono detta: “Ecco ho una cosa da chiedere a Filippo: fa che non sia niente, aiuta questa mamma, questa moglie, questa figlia”

Poi mi scatta la molla: e se io chiedo che non sia niente a Dio, chiedo l’intercessione di Filippo, prego e poi invece qualcosa c’è… che faccio? Metto tutto in discussione? Che concezione ho di Dio? È un mago che manda via le cose che chiedo di allontanare con il tocco di bacchetta magica? Guarisce quelli per i quali si prega?

No, non va bene così…. Sicuramente è normale, è giusto e anche, consentitemi il termine, sano, che chieda di non far soffrire una persona che amo, di lasciarla unita alla sua famiglia… Ma devo fare un passo avanti: cosa dico nel Padre Nostro? (e mi costa tanta fatica dirlo credendoci): “Sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra”.

Dio ci manderà forse una prova da affrontare, forse sarà una croce da portare, forse non sarà niente e ci rimarrà la consapevolezza di come affrontare la paura… io non devo chiederGli di cancellare le prove che incontro sul mio cammino (anche se, ripeto, penso sia umano e comprensibile farlo), devo chiederGli di aiutarmi ad affrontarle, superarle. Devo entrare nell’ottica che un Padre non fa niente che possa provocare del male ad un figlio e che quando questo ha bisogno di aiuto, lo prende per mano, se non addirittura in braccio.

coperteE poi mi viene in aiuto Anna, con la sua frase in TV, riferita alla sua reazione alla notizia della malattia di Filippo: dice Anna “Ok Dio, mi hai mandato tutto questo freddo, ora mandami i panni”.
Hai ragione Anna, Dio sa quello che fa, io ho solo bisogno di fidarmi di Lui, di saperLo vicino e di farmi aiutare, di mettermi la coperta che mi porge. Devo cambiare punto di vista.

E allora ecco la mia nuova preghiera: “Filippo, tu sai quanto sia brutta la malattia, quanto sia difficile affrontarla. Allora aiuta mia cognata a essere fiduciosa in Dio, ad essere forte, ad essere serena. Filippo, sai anche quanto sia importante, durante la malattia, avere intorno chi ti ama: allora aiuta tutti noi a sostenere mia cognata, qualunque sarà il cammino che dovrà affrontare, e ad aiutarla, con il nostro affetto, ad afferrare la mano di Dio ogni giorno”.

Non è facile cambiare punto di vista… ma i panorami migliori si hanno dall’alto e ripagano la fatica del cammino percorso in salita.

Fino a qualche tempo fa anche io non riuscivo a capire perché Dio permettesse la sofferenza, fino a che non si è ammalata la migliore amica di mia mamma, una colonna per mamma, una presenza costante per me (mi ha regalato le fedi per il matrimonio, quindi capite l’importanza della persona…). Lunga e penosa malattia, vissuta con estrema dignità, con il sorriso, dedicando tutto il tempo che poteva ad amici, figli, nipoti, marito…

Quando è morta, nella mia mente risuonava solo una domanda: “Perché???” (parliamo del 2009, non ero una bimba).

Il suo funerale è stato celebrato da Don Giampaolo, meraviglioso sacerdote che ha tenuto il mio corso prematrimoniale e ha iniziato l’omelia dicendo: “Non mi chiedete Perché ma chiediamoci Come questa sorella ha condotto la malattia”.

Già, come… Come ha affrontato la sofferenza, il dolore, la paura del distacco dai suoi cari…

Allora ho iniziato a capire, ho iniziato a cambiare prospettiva… anche durante la malattia di mio suocero “Come?” era la domanda dentro di me, e ho cercato di stargli vicino, per farlo essere sereno, per farlo sentire amato.

Non voglio essere ipocrita: domani ho la visita con mia cognata, spero che tutto vada bene, che non abbia niente e  per questo ho pregato…. però ho aggiunto una preghiera in più: “mandami le coperte…”

Scusate se mi sono dilungata ancora, ma ho pensato che la frase dell’omelia di Don Giampaolo, anche a distanza di anni, potesse di nuovo aiutare a portare un po’ di luce…

S.

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