Scegliere la vita, sempre

di Maria Antonietta F.

Qualche anno fa, da giovane studentessa fuori sede, frequentavo quella che diventò la mia seconda casa. Il luogo dove ho conosciuto le persone più care che ho.

Durante la messa domenicale, quella dedicata ai bambini, celebrata dal simpatico don Salvatore, mio conterraneo, è avvenuto il mio incontro con Filippo: un bambino simpaticissimo, camminava con passi incerti nella navata centrale della chiesa San Giovanni Battista De Rossi, trotterellando fino all’altare, accolto nell’ilarità generale dal Sacerdote, ben lieto di ricevere questa visita.

Ricordo esattamente che avvicinai i genitori di questo bambino, quasi fosse una piccola star, per salutarli, complimentarmi, o chissà poi perché. Forse semplicemente empatia.

Ricordo anche il momento in cui mi fu comunicata la notizia della malattia, l’enorme dispiacere e la speranza sempre accesa nel cuore.

Ho iniziato a seguire il blog e a conoscere questo bambino così speciale: Filippo e l’arancione, Filippo e i draghi, Filippo maestro nei Lego, Filippo irascibile, ma così tenero.

Filippo che gli animali li conosce davvero tutti, esperto di dinosauri. Filippo che inventa nomi strambi e che disegna benissimo.

Nel tempo, ho imparato a conoscervi attraverso il filtro di un pc o di uno smartphone, ma con emozioni vissute una per una sulla pelle.

Ho gioito con voi per ogni vittoria, ricordo ancora la felicità nel primo traguardo dei 100 giorni.

E quanta partecipazione all’ora-nge day, con quelle foto così buffe!

Mi sono sentita parte di un grande cuore che pulsava, parte integrante di una comunità con un solo obiettivo: Filippo.

Mi sento una privilegiata, per aver potuto fare parte di questo vostro mondo, così intimo!

Quante lacrime ho versato leggendo le tue preoccupazioni di mamma, Anna! Quel post in cui annunciavate l’attesa di Giovanni, è una grandissima testimonianza. Ricordo di averlo letto centinaia di volte, per la grandissima forza che mi ha trasmesso.

“Scegliere la vita”, sempre.

E questo avete fatto.

Due anni fa, ho vissuto un periodo terribile, solitudine, rabbia e odio. Le tenebre si erano impossessate di me, ero schiacciata da pensieri inenarrabili.

Un giorno mi arriva una notifica sul cellulare, un vostro post.

Vedo il sorriso di Filippo, nonostante tutto, nonostante questa Croce così pesante.

Vedo il sorriso di Filippo e sorrido anch’io. Chiedo perdono per tutti i miei pensieri, chiedo perdono per il mio essere miserrima.

Filippo mi ha insegnato ad abbracciare la Croce, non a trascinarla pesantemente, benché mi perda continuamente nel mio essere terrenamente umana.

Una volta in Calabria lessi, in qualche manifesto che annunciava la dipartita di una persona, l’espressione “è nato in cielo…” , la trovai bizzarra, allora. Forse adesso riesco a collocarla meglio nella mente e nel cuore: “nascere in cielo, rinascere.”

Essere tra le braccia di Nostro Signore e vivere la vita Eterna. Allora sì, è davvero una festa!

Anna, Stefano voglio ringraziarvi di cuore, per gli insegnamenti che mi state dando, per avermi dato il privilegio di “starvi accanto”, per ogni parola che condividete.

Ho imparato ad amare Filippo, credetemi!

E quante volte ho sognato di potervi riabbracciare tutti insieme, in un ipotetico e definitivo mio ritorno a Roma.

Vi verrò a trovare di sicuro, se mai lo vorrete,  perché sento il bisogno di stringervi forte.

Con affetto sincero.

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