Continuare a crescere insieme

Filippo ha avuto un’amica molto speciale, forse la persona più simile ad un’anima gemella che lui abbia mai incontrato. Alcuni giorni fa, a scuola, lei ha scritto un tema. Leggendolo, io e Anna, in lacrime, non credevamo ai nostri occhi: la storia di nostro figlio continua a riservarci dei doni meravigliosi.

Ho tredici anni e la maggior parte della mia vita l’ho condivisa con Filippo.
Ci siamo conosciuti nel momento più difficile della vita di entrambi: eravamo in ospedale e lottavamo contro la leucemia. Ci siamo ammalati a due anni e le cure a cui eravamo sottoposti ci impedivano di andare a scuola e di frequentare altri bambini. La nostra unica compagnia era rappresentata dai medici.

All’inizio, giocare insieme e diventare amici sembrava frutto della necessità di superare la solitudine, finché poi ho capito che, anche se non fossimo stati in quella situazione, saremmo comunque diventati amici.

Avevamo tante cose in comune, soprattutto la passione per gli animali, ma eravamo capaci di litigare per fare un puzzle: io lo iniziavo dal bordo, mentre lui da dove capitava. Però lui è l’unica persona al mondo che capiva fino in fondo le sofferenze fisiche, dovute sia alla malattia che alle cure, che provavo. Ha condiviso con me la frustrazione di non potersi ribellare ad un prelievo di sangue ed è accorso in mia difesa quando una delle infermiere mi ha rimproverato per un mio capriccio.Siamo cresciuti insieme e abbiamo superato il periodo di isolamento con la volontà comunque di stare insieme anche fuori dall’ospedale. Lo zoo era la nostra meta preferita, ma anche i compleanni festeggiati a casa sua al mare sono state occasioni di immensa felicità.

Nel frattempo le cure su di me avevano l’effetto desiderato, mentre su di lui non funzionavano. Io proseguivo la mia vita come tutti i ragazzini della mia età, mentre Filippo era di nuovo in isolamento in ospedale. Fisicamente eravamo separati, ma io ero comunque vicino aa lui a combattere.

C’eravamo prefissati degli obiettivi: farci costruire una casa sull’albero, diventare veterinari, fare un viaggio in Africa.

Lui ce l’ha messa tutta, ma il 20 novembre 2013 (2014) “il leone ha ucciso la gazzella.” All’inizio è stato come se mi avessero tagliato un braccio, ero incredula e arrabbiata, speravo fosse un brutto sogno e che qualcuno mi svegliasse. Mi sono sentita sola. Avevo perso il mio compagno di giochi e di vita.

Però ho capito che anche se lui non c’è più fisicamente, dentro il mio cuore, c’è ancora e rimarrà lì per sempre. Affronto le giornate e quello che mi riservano anche per lui e ogni vittoria e sconfitta è anche la sua. In fondo al mio cuore è come se continuassimo a crescere insieme.

(Emma B.)

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9 risposte a "Continuare a crescere insieme"

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  1. Ci sono dei momenti in cui mi sembra di non riuscre ad andare avanti in quanto ho tutto sulle mie spalle ( mio figlio ed io siamo soli con mio papà anziamo e con problemi di salute) ma poi la forza la trovo ogni giorno.
    È bellissimo il tema di Emna e mi sono venute le lacrime agli occhi, anche il mio bambino ha quasi trefici anni,
    Grazie per i vstri messaggi,

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  2. I bambini che soffrono, che hanno sofferto, hanno non una marcia in più, ma tante altre ancora.
    Grazie a voi per questa condivisione e ad Emma per la sua anima pulita e sincera. Smack!

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  3. E’ uno scritto bellissimo!

    Limpido, cristallino, puro, semplice, ma che scende sino alle profondità dell’animo.

    Ben si comprendono le parole di Cristo che ci invitano a ritornare come bambini…

    Esperienze di vita, di amicizia e di condivisione come quelle di Emma e di Filippo, riservano grandi doni anche per il futuro.
    Filippo ha già raggiunto la Meta, per Emma credo ci sarà ancora molta strada. Una percorso in cui le è stata donata un sensibilità particolarissima… la sensibilità per il dolore altrui, per la fatica e la sofferenza. Una sensibilità che si fa empatia, del tipo spirituale profondo, che va oltre quella semplicemente psicologica (vedo questo anche nei miei figli con la loro storia di malattia e morte della madre).

    Credo che Emma sceglierà un lavoro che metterà a frutto questo talento dato (non me ne vogliano gli animalisti, spero più il medico che il veterinario…), ma quale che sia, il Signore la saprà condurre e anche il suo amico del cuore, Filippo, le darà un gran mano.

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  4. Veramente commovente! È davvero sorprendente come talune persone ma sarebbe meglio dire angeli, nonostante il loro fugace passaggio su questa patria terra, traccino solchi così profondi e indelebili nel cuore delle persone che hanno avuto il privilegio di incontrarli. Hanno svolto così velocemente il loro compito donando tutta la ricchezza della loro anima e sono risaliti alla meta naturale.
    Per contro, ho conosciuto una persona arrivata quasi alla soglia dei cent’anni che, celeberrima in vita per la sua pervicace avarizia, frequentava i sacramenti sette giorni su sette ma, ironia della sorte, è ricordata solo perché il loculo dove riposa è l’unico del camposanto privo di luce e del marmo che conferirebbe il decoro necessario…

    Piace a 1 persona

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