17 candelore

di Anna Mazzitelli

17 anni fa non c’era questo tempaccio, era una di quelle giornate di tramontana invernale in cui la luce ti acceca.

Era sabato, come oggi, e solo per questo motivo abbiamo scelto quella data, per sposarci.

Non sapevamo niente di quello che ci aspettava, ed eravamo felici, raggianti.

Ci siamo divertiti un sacco, per tutto il giorno, e anche quando i nostri amici ci hanno preso in giro perché, al posto del pan di spagna, la torta di nozze era fatta con il pandoro avanzato, abbiamo sorriso (e poi, ogni anno, abbiamo rifatto la torta con il pandoro e la crema, è la nostra torta, la nostra prima tradizione da sposi).

Sui tavoli avevamo messo delle candeline, lunghe e strette, come quelle che si usano in chiesa davanti alle statue dei santi e ai quadri della Madonna. D’altra parte era la candelora anche quel giorno, ma noi ancora non sapevamo niente della luce, del buio, e della Luce.

Oggi sono convinta che più che scegliere quella data, è stata quella data che ha scelto noi.

Da un po’ di giorni la parola Luce mi gira intorno, mi coccola, mi insegue, mi chiede attenzione.

Stamattina, a Messa, con le candele accese in mano per ricordare la festa della presentazione di Gesù al tempio, ascoltando il Vangelo in cui Simeone dice a Maria che una spada le trafiggerà l’anima, ho sentito che si leniva una ferita aperta da un po’ di tempo in me, dovuta alla contraddizione che sentivo tra la luce delle candele e il buio dell’anima di Maria trafitta, il buio del dolore.

Ho pensato che davvero niente capita per caso, che Dio annoda e tesse le sue trame con molta precisione, e che Lui ha scelto per me e Stefano il 2 febbraio come giorno in cui unirci in matrimonio.

Perché possiamo tenere sempre a mente che al fondo di ogni buio c’è una Luce, e perché cerchiamo di restare dentro i nostri bui fino a farci raggiungere di nuovo da questa Luce (grazie, prezioso don, come sempre).

Perché possiamo imparare a tenere lo sguardo fisso su Gesù.
Fisso.
Su Gesù, Luce che rischiara le tenebre.
E imparare quello che dice il Salmo: “Guardate a Lui e sarete raggianti”.

Raggianti.
Non semplicemente rassegnati, accontentati, quieti, ma addirittura raggianti.
(Grazie anche a te, don. Anche a te, come sempre).

Felice anniversario, marito mio, grazie per questi 17 anni di luce, di buio e di Luce.

 

5 risposte a "17 candelore"

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  1. Con la vostra testimonianza siete la lampada sopra il moggio. Grazie per non aver nascosto la vostra luce e il vostro buio e averli condivisi con noi.
    17 Candelora e tante altre ancora! Auguri di cuore. Smack!!

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  2. Chi riconosce Dio, il Creatore, sa che è somma bontà e somma intelligenza e dove v’è Dio non può esistere male. Chi non lo riconosce, argomenta dicendo che l’esistenza imperante del male nel mondo è la palese negazione dell’esistenza di Dio. Nessuno può negare che il male non esista, ma mentre per una moltitudine questa condizione è motivo assoluto per chiudere ogni discorso circa il preternaturale, per il credente è ragione di fede: se Dio è sommo bene, l’esistenza del male, o meglio, la permissione del male da parte di Dio, perché come dice pure Anna Mazzitelli nulla ci succede per caso, é funzionale per trarne un bene maggiore. Certo, si potrebbe obbiettare: Dove sta il bene maggiore tratto dalla permissione della morte per leucemia di un bambino innocente? E chi vede il bene migliore che è tratto dalla permissione di questo male? A noi non è visibile ma ciò che non è visibile a noi è visibile a Dio! Il bene migliore che nasce dalla permissione del male rimane celato a noi ma non allo sguardo di Dio. Va da sé che per poter vedere questo bene maggiore, occorre avere lo stesso sguardo di Dio. Gesù, a chi gli chiedeva perché il cieco versasse in quella perenne condizione, rispose che fosse necessaria “perché si manifestassero in lui le opere di Dio” …ok, ma la morte prematura di un bimbo che c’azzecca con le opere del Signore che si debbono manifestare?Dunque, occorre pensare in un altro modo la “manifestazione dell’opera di Dio”…. le cose non possono che stare in questi termini, occorre necessariamente vedere le cose dal punto di vista di Dio! La fede, l’affido, l’abbandonarsi totalmente a Colui che è soltanto sommo bene permette questa visione: “Guardate a Lui e sarete raggianti “.

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