Beati voi

Link alle Letture della festa di tutti i Santi (1 novembre 2015)

Ap 7,2-4.9-14 Sal 23 1Gv 3,1-3 Mt 5,1-12

Commento alle Letture della festa di tutti i Santi (1 novembre 2015)

di Don Stefano Cascio

C’è una parola che torna tante volte in questo Vangelo: Beati.

Cosa vuol dire “beati”?

Uno si alza la mattina e lo vedi sorridente, e dici: “Oggi è allegro”. Però il giorno prima forse era triste, un poco nervoso, oggi è allegro.

Se invece chiedo a una persona che ha avuto una buona notizia, mi dirà: “Sono contento, ho avuto una buona notizia”.

Se chiedo ai genitori che cosa vogliono per il futuro dei loro figli mi dicono: “La felicità, l’importante è la felicità”.

Ecco, pensate, essere beati vuol dire ancora di più, di più di felicità.

Abbiamo sentito: allegro, contento, felice, beato.

In poche parole Gesù ci sta presentando qualcosa di straordinario, la beatitudine. E’ qualcosa che tutti vogliamo. Se vado dai vostri genitori e chiedo loro: “Cosa volete per i vostri figli?” mi dicono: “La felicità”, e io dico loro: “Guardate che oggi Gesù ci dice che c’è ancora di più, ci propone la beatitudine”.

Gesù oggi apre una finestra nella nostra vita.

Vi ricordate come abbiamo iniziato l’anno del catechismo? Con una lunga corda. E la nostra vita terrena era la parte corta rossa, e poi il resto era tutto bianco, e abbiamo detto che la parte bianca è la vita eterna, ma spesso noi ci occupiamo della vita terrena e ci dimentichiamo di tutta la vita che è iniziata quando siamo nati, e ci dimentichiamo che non moriremo mai più. E ci dimentichiamo che il nostro obiettivo, avevo detto quel giorno, era il Paradiso.

Oggi Gesù apre una finestra e ci chiede: “Volete vedere cosa c’è dentro il Paradiso?”

E cosa vediamo attraverso questa finestra?

I santi. I santi sono questi beati, e ciascuno di noi è chiamato a diventare santo.

I santi non sono solo le statue che vediamo un po’ dappertutto, e non sono solo dei superuomini o superdonne. I santi sono stati uomini e donne come voi, bambini come voi, che però un giorno hanno capito qual era l’obiettivo della loro vita: il Paradiso.

E’ molto importante sapere dove stiamo andando.

In queste settimane l’abbiamo detto più volte a voi genitori: è importante sapere dove stiamo andando, è la base dell’educazione, io non educo una persona senza sapere dove la voglio portare. Io devo sapere dove vado e questo richiede coerenza, richiede di sapere qual è l’obiettivo.

Oggi Gesù ci dice: “Eccolo l’obiettivo. E’ una cosa bella. Volete essere felici? Ancora di più, vi propongo la beatitudine”.

Guardate questi santi. Ecco perché oggi festeggiamo tutti i santi. Perché la Chiesa oggi ci fa ricordare qual è l’obiettivo della nostra vita, dove vogliamo andare.

Don Stefano si fa portare da un chierichetto un piatto di spaghetti e li fa assaggiare ai bambini seduti nei primi banchi.

Ieri sera ero a un compleanno. Quando sono tornato ho fatto un bel piatto di pasta, eccolo qua. Qualcuno lo vuole assaggiare? Ecco, prendete un pezzo. E’ gustoso? Ditemi un po’ se è gustoso? (Non dite sì solo perché l’ho fatto io, eh, dovete dire la verità).

No, non è gustoso. E sapete perché non è gustosa questa pasta? Perché io non ho messo il sale nell’acqua. Sapete che quando mamma o papà fanno un piatto di pasta fanno bollire l’acqua e mettono il sale nell’acqua, prima di mettere la pasta. Io invece ho fatto bollire l’acqua, poi ho buttato gli spaghetti numero 5, ho letto sulla confezione che la cottura doveva essere di 8 minuti, ed ecco qua il risultato.

Però se l’assaggiate non ha gusto, perché non ho messo il sale. Se io adesso metto il sale è la stessa cosa? No. Il sale deve essere messo prima.

Nella nostra vita (e questo è rivolto soprattutto ai vostri genitori per voi) è la stessa cosa: il sale dà gusto a tutto. Il sapere la meta dà quel gusto a tutto quello che farò nella vita, tutti gli atti avranno il colore necessario perché sono salato. Se io non metto il sale nella pasta, la pasta non ha gusto. Se io non so qual è la mia meta, la mia vita non ha più gusto.

Il problema qual è? E’ che siamo nella società (Papa Benedetto lo diceva sempre) del relativismo: tutto è uguale, faccio questo, il giorno dopo faccio quest’altro. Vado in chiesa la domenica, e poi nel mio lavoro, nella mia famiglia, nella mai vita affettiva faccio tutto il contrario di quello che il Signore mi ha insegnato.

Tutte le opinioni si equivalgono, tutte le scelte si equivalgono e quindi non so più dove andare.

Allora se io invece ho aperto la finestra e riesco a capire dove sto andando, questo mi aiuta poi nell’educazione dei miei figli, e mi aiuta a fare degli atti che vanno sempre nella stessa direzione, e questo andare sempre nella stessa direzione mi permette di arrivare alla meta prefissata.

Se perdo la meta, se tutto è relativo, allora mi perdo. Ma non mi perdo solo io, porto anche a perdersi chi ho intorno, e questo è il dramma della nostra società, e abbiamo delle generazioni fragili che non sanno più dove attaccarsi perché hanno perso la meta.

Allora riflettiamo bene su qual è la nostra meta, su dove voglio portare mio figlio o mia figlia, su dove voglio andare io, perché io sono il primo testimone, perché il bambino guarda me, non guarda qualcun altro.

Così che saprò portare avanti la barca della mia vita, verso quella meta che il Signore mi ha preparato: la beatitudine.

Amen

Una risposta a "Beati voi"

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  1. Anna come sono contenta di avere visto Filippo in queste foto! E Com’è giusto e bello quel che scrivi! Mi piacerebbe diventare santa e vivere nella beatitudine ma forse non sono adatta. Però prego, prego lo stesso e ho perfino il mio santo personale, preferito: mi sta vicino, lo so. E’ San Giuda Taddeo, cugino di GESU’, il santo delle cause perse. Sono io la causa persa, ma non fa niente, mi accoglieranno lo stesso. Vi abbraccio tutti
    Mirella
    mi dispiace non so fare tutto quello che mi chiede il pc, posso solo dare un altro account, ma ce l’hanno, io non sono sui social network e non ci vorrei proprio andare!!!

    "Mi piace"

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