Miracoli o segni?

di Anna Mazzitelli

Il mondo ha bisogno di segni.

Ne ha sempre avuto bisogno, non è una novità. Era ancora vivo Gesù e già venivano chiesti dei segni.

E non solo con secondi fini, come in Matteo 16,1:

I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo.

Anche gli amici di Gesù a più riprese gli chiedono dei segni:

Signore, mostraci il Padre e ci basta. (Gv 14,8)

chiede Filippo a Gesù.

Ma santa pace, dico io, l’hai seguito per tre anni, sei stato così intimo che eri nella cerchia dei 12 più vicini, l’hai visto sputare per terra e aprire gli occhi ai ciechi, l’hai visto tirare fuori dalla tomba il suo amico, dar da mangiare a 5000 uomini avendo solo 5 pani, scacciare demoni… E cosa chiedi?

Ma alla fine siamo tutti così, io per prima naturalmente, altrimenti non mi sarebbe nemmeno venuto in mente di scrivere questo post.

Vogliamo segni, segni comprensibili per noi e quindi segni percepibili con i nostri sensi, segni tangibili.

Non ci basta sapere che a Lourdes e a Medjugorie la gente si confessa, si converte, cambia vita, vogliamo la guarigione fisica.

Io per prima, quando abbiamo scelto le letture per il funerale di Filippo, ho voluto che fosse letto l’episodio del giovane ricco, fino alla fine, fino al punto in cui Gesù dice ai discepoli:

Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. (Mc 10,29-30)

Ero lì per riscuotere, e nella mia meschina piccolezza, volevo riscuotere qualcosa di fisico, di evidente, di “toccabile”.

Sì perché Lui lo dice chiaramente, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi. Più fisico di così!

E allora perché no?

E invece no, e dopo quasi 11 mesi a me è evidente che questo centuplo l’ho comunque ricevuto, anche se non si vede e non si tocca.

Ma mercoledì scorso, mentre operavano la piccola Laura per l’ennesima volta, e io a Messa pregavo perché la salvassero, a un certo punto ho pensato diversamente.

Sarà che era la festa della Madonna del Rosario, quindi i paramenti erano bianchi, e la riflessione sul “sì” di Maria e il suo magnifico cantico si conciliavano così bene con la pace e la felicità soprannaturale, ho pensato che era buffo che chiedessi la guarigione di una bambina, quando io stessa non vedo l’ora di andare in cielo, ho pensato che per chiunque sarebbe stato molto meglio volare subito tra le braccia di quella Madre Celeste, soprattutto per un’anima così pura come quella di una bambina che da quando è al mondo ne ha già passate così tante.

E poi ho pensato che invece chiediamo la guarigione perché sono i segni quelli di cui abbiamo bisogno, e in un certo senso ci accontentiamo dei segni invece di anelare ai veri miracoli.

Come quando si fa tanto chiasso attorno a una particola consacrata che diventa un pezzo di carne insanguinata, e che ci piace tanto perché la comprendiamo con i nostri sensi, senza fermarci a pensare che quella trasformazione l’ha resa niente più che una reliquia, mentre prima era il corpo di Cristo, prima era il vero miracolo!

Signore, quindi, se puoi, guarisci la piccola Laura. Se non puoi, accoglila nel tuo Regno dove sarà certamente felice e amata.

Ma soprattutto, Signore, continua a mandarci il tuo centuplo nel modo che sai, permettici di comprenderlo e di riconoscerlo come il vero miracolo della nostra vita e aiutaci a non desiderare quello che tu non vuoi per noi.

9 risposte a "Miracoli o segni?"

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  1. Mi piace quando con naturalezza scrivi “Se non puoi accoglila nel tuo regno….”.
    Parole molto forti per chi, come me, è veramente piccolo. Sono rimasta male quando le ho lette.
    Quanta strada devo fare ancora e quante cose da imparare!!!! (ce la posso fare)
    Grazie.

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  2. Quel “se non puoi…” (che potere potrebbe eccome) é riconducibile meglio alla famosa ma sempre poco vissuta frase di Gesù “ma non la mia, ma la tua volontà sia fatta”.
    Perché la Volontà del Padre é sempre di gran lunga la migliore… Lo é certo per chi sale al Cielo come anche per chi resta, per quanto questa momentanea separazione sia a volte straziante.

    Mi sono trovato anche io a pensare guardando ai miracoli di Cristo o anche di Pietro, quando lo stesso Gesù afferma che é la Fede di chi ha chiesto ad avere “procurato” il miracolo, ma ho avuto abbastanza fede?
    Forse che anche DOPO la morte non potremmo chiederlo il miracolo?
    É già accaduto… Ma già la morte fisica ci sbarra il passo e non andiamo oltre, mancanza di fede?

    Più spesso Gesù al miracolato ha detto: “la tua fede ti ha salvato…”.
    Non ti ha guarito semplicemente e c’è una bella differenza…

    Il rischio è che forse noi guariremmo tutti, a tutti rimanderemmo l’ora della morte, ma quanti di questi “salveremmo” (che non siamo noi a dare la salvezza poi é chiaro…).

    Ma il miracolo nella Scrittura ha lo scopo di confermare la Predicazione.
    Dite che sia più facile rimettere i peccati o dire a quest’uomo alzati e cammina? E Pietro dopo aver arringato la folla, nel nome di GESÙ CRISTO io ti dico…
    E il Signore confermava con segni e prodigi la predicazione degli Apostoli…

    Così preoccupiamoci che la nostra testimonianza e la nostra predicazione sia verace e poggi sulla Fede, che di segni e miracoli si preoccuperà Dio s Lui piacendo, che il miracolo che può salvare il mondo è quello “morale”, che la dove tutti muoiono schiacciati dal peso della croce, tu guardando a Cristo cammini sulle acque, le acque della morte e sempre benedicendo il nome del Signore!
    ………….
    Perdonate le citazioni fatte a memoria

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    1. Grazie Bariom, il “se non puoi” che ho scritto aveva esattamente il significato che hai sottolineato. E grazie per l’accenno alla questione del “rimandare” perché l’avevo nel cuore ieri mentre scrivevo ma poi alla fine non l’ho inclusa nelle mie riflessioni.

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  3. Da tempo ormai, quando mi chiedono preghiere per guarigioni, dico sempre : “Signore, se è la tua volontà che questa persona guarisca, compi il miracolo”.
    Per me, che presto compirò 70 anni, non è più tanto difficile temere la morte. Se siamo stati creati per conoscere, amare, servire Dio in questa vita e….GODERLO poi nell’altra in Paradiso, allora via la paura, la tristezza, si torna finalmente a casa nelle braccia del Padre.
    Buon cammino di fede cara Anna e grazie per queste tue riflessioni profonde.

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